è una reale operazione chirurgica

"Le malattie del legno costituiscono una minaccia importante per la longevità e la sostenibilità economica dei vigneti”...

Il danno economico annuale, riconducibile alle malattie del legno, causato dai costi di reimpianto e dalla perdita di produzione reale, ammonta a 1.132 bilioni di euro (Hofstetter et al., 2012). L’impatto delle malattie del legno è considerevole anche sulla longevità delle piante.

Secondo uno studio di Baumgartner (et al. 2014) l’incidenza di piante che presentano sintomi riconducibili alle malattie del legno, al 15° anno di produzione del vigneto, può arrivare al 75% degli individui.

il mal dell'Esca

Il mal dell’esca, causato da un complesso di funghi che attaccano la struttura legnosa della pianta, si manifesta nella sua forma cronica con la tipica sintomatologia della foglia tigrata e, internamente, con tessuto spugnoso tipico della carie o nella sua forma apoplettica, con la morte immediata della pianta.

Sia per la forma cronica sia per la forma apoplettica il destino della pianta è segnato, vale a dire, l’estirpo.

Tra le diverse malattie del legno che possono attaccare la vite, l’esca risulta essere tra le più antiche e importanti

La tecnica di potatura utilizzata è la più importante tra le pratiche culturali che portano alla malattia dell'Esca

Dalla nostra esperienza maturata in campo, una pianta affetta da mal dell’esca a 5 anni dalla manifestazione dei sintomi cronici sarà nell’81% dei casi morta e nel 16% dei casi resterà un soggetto sintomatologico.

Tra le pratiche colturali che favoriscono l’infezione e la diffusione dell’esca, la più importante risulta essere la tecnica di potatura impiegata, così come suggerito anche dall’OIV (risoluzione Viti n. 2/2006).

Una maggiore diffusione dell’Esca si riscontra in quei vigneti dove la tecnica di potatura prevede grandi e frequenti ferite sulla pianta con la gestione a testa di salice o con tagli di ritorno e capitozzature (Travadon et al., 2016).capitozzature (Travadon et al., 2016).

“I funghi responsabili delle malattie del legno attaccano e penetrano la pianta attraverso le ferite di potatura”

Grazie alle numerose sezioni in campo da noi svolte in questi anni è possibile osservare le conseguenze interne strutturali causate dalla gestione delle piante con la tecnica della testa di salice e del taglio di ritorno.

Il cono di disseccamento provocato dalle grosse ferite di potatura crea un tappo al di sotto del quale si forma una zona umida dove la malattia degrada il legno, riducendolo ad una massa spugnosa e friabile.

“La dendrochirurgia è una vera e propria operazione chirurgica attraverso la quale viene eliminata la carie che ha colonizzato la struttura legnosa della pianta”

dendrochirurgia

Nello specifico specifico, dapprima selezioniamo le piante che manifestano chiaramente i sintomi cronici, successivamente si procede a un’attenta analisi esterna della pianta, ferite di potatura e stato della struttura, per capire dove iniziare ad aprire e operare. Quindi si procede con l’intervento di asportazione della carie su tutti gli individui che presentano i sintomi.

“Un’alternativa all’estirpo, preservando il valore storico e produttivo dei vigneti”

Spesso, il tessuto spugnoso (carie bianca) che è necessario asportare chirurgicamente si trova al di sotto delle grosse ferite di potatura. Una volta eseguita l’operazione di dendrochirurgia, eliminando con precisione la carie interna, nel giro di qualche settimana si osserva una rapida ripresa vegetativa della pianta con la scomparsa dei sintomi fogliari.

“La pianta così ripulita riacquista vigore, riprende a fruttificare e torna pienamente produttiva”.

Tecnica e prove sperimentali

10 anni di esperienza, 2 campi sperimentali in Italia, circa 3.000 piante operate mostrano come dal punto di vista produttivo le piante sottoposte a intervento di dendrochirurgia, a parità di germogli sul capo a frutto, manifestano un lieve calo produttivo rispetto alle piante testimone sane, nell’anno seguente all’operazione di asporto della carie (probabilmente collegato a una generale minore vigoria delle piante operate).

Già a partire dal secondo anno il numero di grappoli per pianta si stabilizza sugli stessi livelli quantitativi delle piante sane, garantendo lo stesso livello produttivo.

I vantaggi economici sono molteplici. Tra questi la riduzione dei costi dovuti ai rimpiazzi e la possibilità di mantenere costante il livello produttivo del vigneto.

“Più del 90% delle piante operate non presentano più i sintomi del mal dell’Esca e nel giro di due anni recuperano il normale livello produttivo”.

La dendrochirurgia mostra un consistente vantaggio economico rispetto alla comune pratica di estirpo e rimpiazzo delle piante sintomatiche con piante giovani.

A differenza di quanto mostrato per le piante soggette a dendrochirurgia, dal punto di vista produttivo le barbatelle fino al 5° anno non garantiscono lo stesso numero di grappoli di una pianta adulta sana, determinando un’importante perdita di produzione.

Considerando il conto economico per un periodo di 5 anni basato sulle singole voci di costo delle due differenti operazioni (barbatelle, operazioni di rimpiazzo, dendrochirurgia, manodopera, concimazione e irrigazione, materiali e macchine, mancata produzione), il vantaggio economico che deriva dalla dendrochirurgia è di circa il 50% rispetto al classico estirpo e rimpiazzo delle fallanze con le barbatelle (Considerando una bottiglia per pianta al prezzo di 10 euro/bottiglia).

“Il vantaggio economico che deriva dalla dendrochirurgia è di circa il 50% rispetto al classico estirpo e rimpiazzo”.

È dal 2010 che siamo impegnati in un continuo perfezionamento della tecnica di intervento: in collaborazione con il professore Denis Dubourdieu, abbiamo iniziato a studiare la tecnica in alcuni vigneti francesi nella regione del Sancerre, dove la dendrochirurgia era una pratica agronomica utilizzata. Insieme a Dubourdieu si è quindi costituito un campo sperimentale nella zona del Sauternes (Bordeaux).

A partire dal 2013 abbiamo allestito altri due campi sperimentali in Italia (Franciacorta e Collio) dove sottoponiamo a dendrochirurgia le piante che manifestano i sintomi cronici del mal dell’esca. Queste piante vengono annualmente monitorate, raccogliendo dati sulle caratteristiche agronomiche e produttive

“ Più 10 anni di esperienza, 3 campi sperimentali, oltre 3.000 piante operate”.